Se avete letto il nostro articolo dedicato alla visita della città di Seoul, abbiamo fatto riferimento alla zona DMZ, alla quale va dedicato un giorno della vostra permanenza in città. Ne parliamo più nel dettaglio di seguito, con alcune indicazioni e suggerimenti per organizzare la visita.
Per fare un breve cenno e per chi non lo sapesse, la zona demilitarizzata della Corea, o DMZ o ZDC che dir si voglia, è una zona cuscinetto che divide a metà la penisola coreana, istituita nel 1953 per tracciare la linea di separazione la Corea del Nord dalla Corea del Sud e larga poco meno di 5 chilometri. E’ l’unico punto di incontro tra le due Coree, detta anche Area di sicurezza congiunta (Joint Security Area), dove le due nazioni possono “parlarsi”, per farla facile. Anche se nel linguaggio comune si parla di zona demilitarizzata, in realtà ci si accorge fin da subito che è uno dei luoghi più “militarizzati” che si possano incontrare e conoscere da vicino, vi spiegheremo in seguito perché.
Intanto fughiamo il primo grande dubbio: fare questa escursione non comporterà alcun problema per i turisti ai fini del passaggio di confine. Ci spieghiamo meglio: i vostri passaporti verrano più volte ritirati e controllati dagli addetti alla sicurezza, ma nessun timbro sarà apposto sui documenti; così come non figurerà ovviamente un passaggio in Corea del Nord, non varcando mai la frontiera. Dettaglio che, come sappiamo, può aver delle conseguenze nell’ottenimento di eventuali visti successivi. Ecco, visitare la DMZ non comporta alcun “rischio” in tal senso.
La prima cosa da sapere è che è possibile visitare la DMZ esclusivamente con tour organizzati e autorizzati: non esistono altre possibilità.
Personalmente ci siamo documentati prima di partire sui programmi delle varie escursioni, che più o meno si equivalgono tutte; abbiamo “scartato” quelle che prevedevano soste agli outlet o ai centri commerciali locali, preferendo sfruttare la giornata per vedere tutto quel che si poteva nella DMZ. Insomma per lo shopping a Seoul ci sono sicuramente tante occasioni, non ci sembrava questa quella giusta! Abbiamo poi deciso di prenotarla in loco, cioè una volta arrivati in città (impossibile ricordare il nome della compagnia eheheh!). La scelta è stata sostanzialmente dettata dalla comodità di poter cambiare all’ultimo minuto l’organizzazione dei nostri 4 giorni in città. Col senno di poi, ci sentiamo di consigliarvi di fare altrettanto: negli hotel e nei vari centri di informazione turistica in città, troverete sempre quello che fa al caso vostro: prezzi più bassi rispetto a quelli trovati in rete e possibilità di scegliere la formula che più vi interessa, a livello di durata, spostamenti e fermata del bus più vicina al vostro hotel. Una volta prenotata la visita, non avrete comunque la certezza che tutto vada a buon fine: la situazione tesa tra i due stati è in continua evoluzione, quindi diciamo che “se è tutto tranquillo”, il tour si farà… La nostra guida raccontava di giornate in cui, pullman pieni e arrivati all’ingresso della DMZ, si è stati poi costretti a fare dietrofront per ragioni di sicurezza o incertezza; da mettere in conto.
L’escursione alla DMZ vi impegnerà quasi tutta la giornata, tra visite, spostamenti in bus, controlli e passaggi tra zone vari: il costo si aggira tra i 50 e i 70 euro per persona. Dopo un’oretta di strada dalle zone più centrali di Seoul si arriva al primo step di controllo, dove alcuni militari ONU saliranno a bordo del vostro bus e controlleranno tutti i passaporti dei presenti. Vi verrano illustrate le regole della visita: durante i controlli, così come in presenza dei militari e in zone videosorvegliate è severamente vietato fare video o foto. In alcuni casi i vostri zaini e i telefoni saranno addirittura depositati in armadietti di sicurezza….insomma qui non si scherza: patti chiari, amicizia lunga!
Durante la prima sosta, al Parco Imjingak e all’omonimo memoriale, dedicato alle famiglie che furono costrette a separarsi a causa del tracciamento del confine, cimeli e resti di convogli utilizzati durante la guerra sono in bella mostra per le fotografie dei visitatori, (che qui si possono scattare quanto vogliono). All’interno delle strutture, che in questa fase sono unicamente al servizio del settore turistico, si trovano anche mostre fotografiche e installazioni temporanee a tema. E’ possibile inoltre scorgere i vari ponti di collegamento ferroviario tra la Corea del Sud e gli altri paesi: il più famoso è sicuramente il Freedom Bridge, utilizzato per lo scambio dei prigionieri di guerra tra le due Coree.
La seconda tappa è la JSA, l’area dei negoziati, presieduta da militari e dove scatti i riprese sono invece proibite! Qui si trovano gli edifici dedicati agli incontri istituzionali tra i due paesi. Segue la visita del Dora Observatory, dove, condizioni meteo permettendo, si possono vedere dalle vetrate panoramiche i punti di interesse principali di tutta la striscia: si può scorgere la bandiera della Corea del Nord, piazzata esattamente sul confine e la Dorasan Station, dove un tempo avvenivano gli scambi di merce, ad oggi non più attiva. Nel tragitto tra il parcheggio e l’osservatorio vi accorgerete che la strada è costeggiata da fili spinati, cavi ad alta tensione e qualche telecamera di sicurezza… un clima un po’ surreale per chi è abituato a muoversi in libertà!
Praticamente tutti i tour si concludono con l’ingresso nel famoso Terzo Tunnel: durante la guerra di Corea furono scavati dalla Corea del Nord ben 4 tunnel, per invadere la Corea del Sud. La Corea del Nord ha sempre negato, sostenendo che i tunnel fossero destinati al passaggio del carbone, ma la verità è un’altra. Nel Terzo Tunnel, scoperto nel 1978 e lungo 1635 metri, potrete addentrarvi personalmente. Si depositano zaini, telefoni ed ogni altro apparecchio di videoripresa, ci si mette un elmetto protettivo (a causa della limitata altezza del tunnel) e si procede per 358 metri attraverso un pozzo inclinato creato appositamente per l’accesso, dopodiché si imbocca il tunnel vero e proprio per altri 265 metri, fino ad una profondità di 73 metri. A questo punto ci si trova davanti ad un muro, oltre il quale il territorio diventa Nordcoreano, si fa dietrofront e si ritorna al punto di partenza. Un’esperienza che certamente lascia sensazioni strane, contrastanti: non capita tutti i giorni di avere accesso a luoghi così densi dal punto di vista storico ed emozionale.
La visita si conclude con il rientro in bus in città, previo ricontrollo di tutti i passaporti dei visitatori. Consigliamo di inserire questo tour nel vostro programma di viaggio coreano, ne vale la pena!
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