Fose molti non sanno che le colline piemontesi tra le province di Asti e Cuneo sono diventate nel 2014 Patrimonio dell’Umanità Unesco: grazie alla particolarità del territorio, che le ha rese uno dei più importanti centri di vinificazione del mondo e all’ampia produzione gastronomica non è difficile comprendere il perchè. Le Langhe ed il vicino Roero si prestano bene ad un weekend fuoriporta, a nostro avviso soprattutto in autunno: i campi dalle sfumature giallo ocra e rosso e la celebre manifestazione dedicata ad un’eccellenza locale come il tartufo sono solo alcuni degli ottimi motivi. Numerosi sono i borghi e i centri da visitare perdendosi tra le colline, alternando tratti panoramici in auto a passeggiate tra vicoli carratteristici.
Noi siamo partiti da Novello, un borgo molto piacevole contraddistinto dal suo castello novecentesco e collocato sulla “via del Barolo“, nonostante la sua produzione spazi dal Barolo al Dolcetto. Il castello simbolo di questo centro è oggi diventato un hotel e ristorante. Suggeriamo una sosta in questo punto panoramico con vista sulle colline circostanti (coordinate GPS 44.586528, 7.927639).
Barolo è la vicina tappa dove fare sosta: famosa per la produzione dell’omonimo vino e sede del Wi-MU, il Wine Museum, il complesso museale dedicato al vino e alla sua storia. Il suo castello, che ospita questo particolare spazio espositivo, fa parte dell’iniziativa “Castelli Aperti”,per la promozione culturale dei complessi museali allestiti nei castelli piemontesi. Godetevi il tragitto tra la prima e la seconda tappa: troverete numerosi punti panoramici per scattare qualche foto.
Ancora in ambito di Castelli Doc vale davvero la pena fermarsi a quello di Grinzane Cavour, sede dell’Enoteca Regionale e del Museo del Tartufo (l’ingresso costa 7 euro). Il piccolo borgo, famoso per aver dato i natali al Conte Camillo Benso, che ne fu anche sindaco, è per lo più incentrato sul castello e il cortile adiacente, da cui ammirare il paesaggio collinare circostante. La visita è piuttosto veloce.
Sempre avventurandoci tra le colline ci dirigiamo verso La Morra, un borgo che si erge in cima ad una collina, facilmente riconoscibile per la sua torre campanaria settecentesca. Forse uno de comuni più visitati della zona, anche per la quantità di cantine che lo popolano e offrono tours enogastronomici davvero validi. Sulla strada per La Morra, se avete voglia di fare una passeggiata tra i vitigni, vi consigliamo di fermarvi alla Cappella delle Brunate (coordinate GPS 44.628095 7.944955) conosciuta anche come Cappella del Barolo. Questo edificio particolare, non tanto per la sua valenza storica o artistica, è una coloratisssima chiesetta in realtà mai consacrata a luogo di culto e costruita principalmente per dare riparo ai contadini che lavoravano la campagna circostante, recentemente restaurata. Un edificio che non ti aspetti e, ancora una volta, portato alla ribalta dai social network. Un altro scorcio suggestivo nei paraggi è certamente quello del Cedro del Libano: un punto panoramico situato su Colle Monfalletto, Frazione Annunziata di La Morra. Un maestoso albero ottocentesco alla sommità di un vigneto tutto da fotografare: la via sterrata che conduce all’albero è sbarrata, ma è possibile ammirarlo dalla strada principale, in quanto ben visibile.
Dalla via del vino alla via del tartufo il passo è breve: è il momento di addentrarsi nella “zona d’oro” del Piemonte, quella del tartufo. I borghi piemontesi visitabili in questa zona sono, ancora una volta, tantissimi. Noi abbiamo scelto Serralunga d’Alba, con il suo castello trecentesco (uno dei più antichi della zona) in cima alla collina, perchè la sua posizione permette di godere di viste panoramiche eccellenti. Per chi ama la fotografia numerosi sono gli spunti intorno a questo comune. Per la degustazione dei prodotti locali troverete diverse proposte, noi abbiamo scelto la Cascina Schiavenza, con annessa azienda agricola. La particolarità del locale è una bellissima terrazza panoramica sui vigneti, dove poter pranzare in autunno, ma anche cenare nelle stagioni più miti.
Molto carino anche il borgo medievale di Monforte d’Alba, con il suo centro,i vicoli in salita e l’anfiteatro naturale. Consigliamo di non fermarvi alla parte “nuova” del borgo, ma di addentrarvi tra i suoi vicoli e salire fino in cima, dove si trova la parte antica: la vista panoramica è eccezionale. Segnaliamo poi, per chi fosse interessato, che proprio nella parte alta del borgo si trova una delle “panchine colorate” delle Langhe, precisamente quella VIOLA. Breve digressione: in tutto il territorio delle Langhe e del Roero sono sparse qua e là alcune panchine colorate giganti, progetto del designer statunitense Chris Bangle e che fanno parte del Big Bench Community Project, un progetto no profit per la promozione del turismo in queste zone. Personalmente, con tutto quel che c’è da vedere qui, troviamo abbastanza riduttive la ricerca sfrenata e le ore di fila per una foto su una di queste panchine, certo è che, da quanto abbiamo visto, lo scopo dell’iniziativa può dirsi davvero raggiunto!
Dai borghi, passiamo ad una vera e popria città: Alba, che ovviamente ha bisogno di poche presentazioni. Il centro per antonomasia di un’eccellenza italiana, il tartufo bianco. Se, come noi, avete scelto la stagione autunnale per un weekend nelle Langhe, allora informatevi sulle date della Fiera Internazionale del Tartufo. In questo spazio espositivo potrete scegliere ed acquistare l’oro piemontese da diversi tartufai, degustare specialità locali come torte o cioccolato, oppure semplicemente assistere all’Asta del tartufo Bianco d’Alba. Il periodo migliore per i tartufi va da ottobre a dicembre. Nel momento in cui scriviamo le restrizioni causate dalla pandemia di Covid-19 la fiera e gli eventi connessi non si svolgono come di consueto, ma in modalità digitale; sul sito ufficiale trovate tutte le indicazioni.
Le ultime soste che abbiamo scelto nel nostro itinerario sono i due borghi di Barbaresco e Neive. Il primo per la celebre Enoteca del Barbaresco, altra eccellenza del territorio, ospitata in una chiesa sconsacrata del borgo. L’altra particolarità di Barbaresco è la Torre, una delle più grandi del Piemonte, che domina il paese e concede una bellissima vista panoramica.
Se invece non siete interessati al vino, alla sua storia e degustazione, vi consigliamo di fermarvi a Neive, il borgo che forse meglio conserva la sua struttura medievale (ve ne accorgerete già parcheggiando l’auto fuori dalle mura cittadine!), dominato dalla Torre dell’Orologio. Interessanti anche i numerosi palazzi signorili che popolano questo paesino: Palazzo Borgese ne è un esempio.
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